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Bellezze del territorio e attrattive turistiche in Sicilia

Il Ristorante Da Vincenzo situato a Falcone è posizionato in un’area esclusiva, che permette un facile accesso a diverse attrattive turistiche siciliane. 

 Prima fra tutte è la Riserva naturale orientata Laghetti di Marinello, un’area lagunare che vede la formazione di meravigliosi laghetti salmastri; il Santuario di Tindari, situato su un promontorio mozzafiato; e Portorosa: il più famoso porto turistico siciliano. Vieni a visitare le bellezze del territorio messinese, e della Sicilia, chiama pure il ristorante per chiedere consiglio su come raggiungere ciascuna meta, il personale sarà felice di aiutarti.

Riserva naturale orientata Laghetti di Marinello

La riserva naturale orientata Laghetti di Marinello è un'area protetta istituita nel 1998 e affidata in gestione alla provincia di Messina. Si estende su oltre 400 ettari. Situata sotto il promontorio del Santuario di Tindari, l'area lagunare di Marinello è sottoposta a molte variazioni morfologiche del territorio che, modificando la costa, creano laghetti del litorale salmastri. Il trasporto sulla costa di sabbia e ghiaia è dovuto all'approfondimento del fondale marino, dovuto all'azione, in questo caso, del Mar Tirreno. L'origine dei Laghetti Marinello è fatta risalire al 1877, dopo l'"elezione" dell'Istituto idrografico della Marina,il quale sosteneva l'inesistenza della formazione sabbiosa che già era presente. Sulle pareti prospicienti sono presenti diverse grotte.

Tindari

La città venne fondata da Dionisio I di Siracusa nel 396 a.C. come colonia di mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine, nel territorio della città sicula di Abacaenum (Tripi), e prese il nome di Tyndaris, in onore di Tindaro, re di Sparta e sposo di Leda, padre putativo di Elena e dei Dioscuri, Castore e Polluce. Durante la prima guerra punica, sotto il controllo di Gerone II di Siracusa, fu base navale cartaginese, e nelle sue acque si combatté nel 257 a.C. la battaglia di Tindari, nella quale la flotta romana, guidata dal console Aulo Atilio Calatino, mise in fuga quella cartaginese. Con Siracusa passò in seguito nell'orbita romana e fu base navale di Sesto Pompeo. Presa da Augusto nel 36 a.C., che vi dedusse la colonia romana di Colonia Augusta Tyndaritanorum, una delle cinque della Sicilia, Cicerone la citò come nobilissima civitas. Nel I secolo d.C. subì le conseguenze di una grande frana, mentre nel IV secolo fu soggetta a due distruttivi terremoti . La sede vescovile, venne conquistata dai Bizantini nel 535 e cadde nell'836, nelle mani degli Arabi dai quali venne distrutta. Vi rimase il santuario dedicato alla Madonna Nera di Tindari, progressivamente ingrandito, che ospita una Maria con il Bambino scolpita in legno, considerata apportatrice di grazie e miracolosa.

Portorosa

Portorosa è un complesso turistico caratterizzato da ville, immerse nel verde, che si affacciano su canali navigabili, lungo i quali, sono dislocati gli ormeggi che costituiscono un prestigioso porto turistico. È collocato nel punto più rientrante della baia tra il suggestivo Golfo di Milazzo e di Tindari. È il più grande porto turistico siciliano, e tra i più esclusivi del Mar Mediterraneo. Le unità abitative sono suddivise in lotti, accessibili anteriormente da strade interne al complesso, e posteriormente da vicoli pedonali oppure direttamente dai suggestivi canali navigabili. Il porto artificiale, sorge in Contrada Bazia, tra la Contrada Torre Forte e la Contrada Saiatine, del territorio comunale di Furnari. È formato da un avamporto, difeso da un molo di sopraflutto e da uno di sottoflutto, e da alcune darsene interne banchinate ricavate per escavazione. I fondali sono sabbiosi e poco coerenti; all'imboccatura del porto variano tra 4 e 5 metri, mentre all'interno scendono fino a 2,5 metri. L'Autorità Marittima competente è la Capitaneria di porto di Milazzo. Vi possono essere delle difficoltà d'ingresso in porto, con vento e mare formato da nord-ovest. A chi provenga da Ovest (Capo Tindari) procedendo molto sotto costa, i fanali di entrata in porto, possono apparire come invertiti: occorre portarsi più al largo per avvistarli nella posizione corretta ed entrare quindi in porto in sicurezza. L'ingresso da terra invece è presidiato da una portineria con sbarre automatiche attive 24 ore 7 giorni per garantire la sicurezza all'interno del complesso e monitorarne gli ingressi.

Montalbano Elicona

A pochi km dal Ristorante Pizzeria Da Vincenzo sorge sui monti Nebrodi , Montalbano Elicona cittadina che fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia ed è stata proclamata Borgo dei borghi 2015. Montalbano Elicona deve il suo nome al Mons Albanus, dove sorse il primo agglomerato urbano e la rocca di epoca romana, su questa si sovrapposero le successive fortificazioni d’impronta bizantina, araba e per finire normanna. L’appellativo Elicona risale senz’altro alla colonizzazione greca. L’abitato si è sviluppato appunto attorno al castello, in posizione dominante verso Nord, sulla costa tirrenica, difronte alle Isole Eolie. A Ovest si apre la catena dei Monti Nebrodi e a Sud si innalza l’Etna. Il borgo è suggestivo, le sue case sono costruite sulle pendici di questa altura, in un percorso in salita che giunge al maniero posto a 907 metri sul livello del mare. E’ un dedalo di viottoli dove il tempo sembra essersi fermato in un’epoca passata. Il castello è di proprietà comunale, oggi è in ottime condizioni, dopo aver subito lunghi lavori di restauro che lo rendono fruibile in tutti gli ambienti.

Di recente istituzione il Museo delle armi e il centro per lo sviluppo del borgo medievale.

Montalbano Elicona ha una popolazione di 2.500 abitanti ed è stato inserito nell’elenco dei 90 borghi medievali più belli d’Italia. Tra le chiese di interesse artistico è da segnalare la Basilica di Maria Assunta in cielo (Duomo) con le sue opere d’arte.


I boschi del territorio circostante, la Riserva orientata di Malabotta, custodiscono un vero tesoro misterioso, una serie di megaliti, che per la loro dimensione e forma potrebbero essere simboli astronomici preistorici. Le formazioni rocciose dell’altopiano dell’Argimusco sono naturali e già in tempi antichi hanno fatto di quest’area un luogo sacro, dove si consumavano riti propiziatori.


Il cùbburo è un piccolo casotto, anche chiamato thòlos, che veniva costruito nella zona destinata a pascolo ed era usato per il ricovero dei pastori. E’ particolarmente diffuso proprio nel comune di Montalbano Elicona.


Come arrivare a Montalbano Elicona

Dall’Autostrada A20, Messina-Palermo, uscire allo svincolo di Falcone e proseguire per 18 km fino a destinazione. Da Catania si può risalire l’autostrada A18 fino allo svincolo di Fiumefreddo quindi procedere sulla strada Linguaglossa-Randazzo-Santa Domenica Vittoria, raggiungendo il bivio di Favoscuro e quindi proseguendo per Montalbano Elicona.

Scopri le bellezze del territorio siciliano: per consigli, chiama il ristorante!

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